Il lavoro è una cosa seria e va trattato con serietà, soprattutto quando manca. I dati ISTAT al 31 gennaio ci parlano di 2.142.000 disoccupati e di una disoccupazione giovanile pari al 30,1%, in aumento di 1,8 punti su base annua. E’ questo il problema da affrontare quando si parla di giovani: di quello scoramento, di quel vuoto di speranza testimoniato da un tasso superiore al 22% dei giovani cosiddetti Neet (né allo studio, né al lavoro).
Che viviamo in un tempo di trasformazioni e di cambiamenti rapidi lo sappiamo, ma una cultura adatta a fronteggiare queste situazioni non si costruisce con infelici battute su un’asserita monotonia del posto fisso, irriguardose per chi vive la disperante monotonia di un lavoro che non c’è.
Bello, e dovrebbe saperlo anche il professor Monti, non è passare attraverso vuoti di forzata inattività da un posto precario ad altri ancora precari; bello sarebbe poter scegliere di cambiare lavoro perché c’è la possibilità di crescere e migliorare la propria condizione.
Al Governo chiediamo di spendere il suo impegno per rimettere in moto la crescita e ridare in questo modo speranza ai giovani e senso ai sacrifici richiesti al Paese; lo faccia con particolare attenzione e il dovuto rispetto per chi, nell’incertezza o assenza del lavoro, di questa crisi sopporta il peso più gravoso
“.

Francesco Scrima, segretario generale Cisl Scuola

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