E’ sorprendente come la maggior parte dei media si soffermi, parlando delle assunzioni nella scuola, su note di colore (la ressa negli uffici, la tensione emotiva dei convocati, il contrasto fra lo stato d’animo di chi entra in ruolo e di chi non vede soddisfatte le sue attese) evitando di dire la cosa più importante, ossia che siamo di fronte a un fatto straordinario, una stabilizzazione del lavoro che avviene con numeri e percentuali senza precedenti. Alla fine delle operazioni tre quarti dei posti vacanti nell’organico dei docenti saranno coperti con contratti a tempo indeterminato, per il personale ata la copertura sarà di fatto totale. Quasi millecinquecento lavoratori precari, solo in Liguria, vedono stabilizzato il loro posto di lavoro. Tutto questo non avviene per caso, né per “gentile concessione” del ministro, ma nasce dall’iniziativa sindacale forte e determinata di chi ha saputo individuare un obiettivo e trovare la strada per raggiungerlo.
Pochi hanno creduto, fino all’ultimo, che fosse davvero possibile realizzare in un colpo solo più di 65.000 assunzioni nella scuola: ora che il risultato è sotto gli occhi di tutti, c’è chi arriva persino a minimizzarlo, come se fosse ordinaria amministrazione nominare in ruolo – di questi tempi! – su numeri che realizzano la completa copertura del turn over e, per il personale ata, addirittura superano di cinque volte il numero dei pensionamenti.
Altra cosa che i media non ci dicono, è che un numero così alto di assunzioni non sarebbe stato possibile senza l’intesa sottoscritta all’ARAN da tutte le sigle più rappresentative (meno una, che si è riservata ulteriori valutazioni rimanendo in uno stato di singolare “sospensione”). Un accordo che, diversamente da quanto qualcuno sostiene, non mette in discussione alcun diritto, mentre assicura quello fondamentale, il diritto al lavoro.
Chi avesse dei dubbi in proposito, chieda ai diretti interessati se lo “scambio” (un modestissimo e in qualche caso inesistente costo economico a fronte della stabilizzazione del proprio lavoro) è vantaggioso o non lo è. Ad un cronista attento sarebbe sufficiente, per avere la risposta, guardare negli occhi qualcuno di quei tanti che in questi giorni sono felici di considerarsi ex precari.
Certo non sono risolti tutti i problemi della scuola, che restano presenti e gravi e dei quali continueremo come in questi mesi a farci carico, ed è ancora drammaticamente alto, rispetto alle opportunità, il numero di coloro che guardano alla scuola come possibile sbocco occupazionale.
Un sindacato serio deve essere consapevole della complessità dei problemi e puntare, con la sua azione, a trovare soluzioni, non limitandosi a cavalcare le ragioni del disagio e della protesta.
E’ da sempre il nostro modo di stare sul campo, su qualunque tema e a prescindere dal contesto politico: anche per questo chi lavora nella scuola sa di poter contare su di noi.
Gianni Manuzio
segretario nazionale, responsabile Cisl Scuola Liguria
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