E’ Fioroni l’inventore delle code nelle graduatorie dei precari. Prima ancora, e ancor di più, era un convinto “codista” Berlinguer. Solo chi non ricorda – o non conosce – la storia del precariato scolastico può dare la colpa (se di colpa si tratta) ad altri. E infatti parte dalla finanziaria di Prodi del 2007, e dalla scelta di Fioroni di rendere “ad esaurimento” le graduatorie permanenti, il contenzioso che arriva fino alla recente sentenza della Consulta.
Le code di Fioroni (preannunciate nel 2007 e poi attuate dalla Gelmini nel 2009) non nascono da pulsioni antimeridionaliste, come si favoleggia, ma da un tentativo serio, condivisibile e infatti largamente condiviso (salvo le amnesie interessate di qualcuno) di comporre due interessi diversi: quello di muoversi da una provincia all’altra, quello di non vedersi continuamente “scavalcato” nelle proprie posizioni e nelle proprie attese. E’ noto a tutti, peraltro, che nelle graduatorie del nord sono iscritti, da sempre, moltissimi precari originari del sud.
La natura di queste graduatorie, che sono concorsuali ma sono anche orientate a stabilizzare progressivamente il lavoro precario, ha sempre richiesto decisioni difficili per chi voglia trovare giusti equilibri fra interessi confliggenti e non solo tutelarne uno a discapito degli altri.
La pronuncia della Consulta deve ovviamente trovare applicazione: il come non è facile da immaginare, a causa di un dispositivo che azzera totalmente, e non solo in parte, la norma di legge contestata, determinando un quadro giuridico molto complesso.
Per questo un rinvio dell’aggiornamento, che ci risulta sia stato chiesto anche con emendamenti dell’opposizione, non appare privo di motivazioni plausibili.
Roma, 12 febbraio 2011
Francesco Scrima, segretario generale CISL Scuola
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