Quella degli scatti di anzianità è una questione squisitamente politica e a quel livello va affrontata e risolta. Ha poco senso, e può essere addirittura rischioso, trasferirla sul piano giuridico, con la solita corsa ai ricorsi. Serve una forte azione sindacale”. Lo afferma il segretario generale della Cisl Scuola, Francesco Scrima, che invita le altre organizzazioni sindacali a mobilitarsi “per chiedere che si dia attuazione, anche per il 2012, all’intesa che ha consentito di pagare gli scatti nel 2011”.
Una mobilitazione che, in questo periodo, potrebbe riguardare anche le operazioni di fine anno. “Non escludiamo nulla – afferma Scrima – anche se non posso anticipare decisioni che è giusto prendere assieme se si decide di muoversi unitariamente”.
Rispondendo alle voci secondo cui si sarebbero rivelati insufficienti i risparmi dai quali attingere le risorse per gli scatti, Scrima così ribatte: “Gli obiettivi di risparmio sono quelli indicati dal piano triennale del 2008, e sono stati sostanzialmente raggiunti, a caro prezzo per la scuola e per chi ci lavora. Non è accettabile che ora si faccia passare per mancato risparmio un aumento dei posti di sostegno che deriva da una sentenza del 2010 della Corte Costituzionale. Sono posti che hanno un grande valore sul piano educativo, etico e civile, ma non è giusto che a pagarli siano i lavoratori della scuola, come di fatto finora sta avvenendo”.
Non è tenero col ministro Profumo, il segretario della Cisl Scuola. “Il ministro ci ha ripetutamente assicurato l’imminente pagamento degli scatti maturati nel 2011, faccia valere il peso politico di questi impegni nei suoi rapporti con i colleghi di governo”.
Ma è al Governo nel suo insieme che Scrima si rivolge: “Non c’è solo la questione scatti, anche sugli organici assistiamo in queste ore a una pericolosa marcia indietro. La garanzia di mantenere per il 2012/13 l’attuale numero di posti è messa in queste ore in discussione, creando forte disagio agli stessi uffici scolastici regionali. Anche qui annunci contraddetti dai fatti. Al ministro e al Governo chiediamo coerenza: si era promessa una diversa attenzione alla scuola e a chi ci lavora, ci si sta invece muovendo in una logica di sostanziale continuità in negativo”.

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